MOSCA – “Oggi è stato fatto un altro tentativo di attacco da parte di droni ucraini” nella “regione di Mosca”. Al momento “gli attacchi sono stati respinti dalle forze di difesa aerea, tutti gli UAV rilevati sono stati eliminati. Per motivi di sicurezza, alcuni voli sono stati temporaneamente deviati dall’aeroporto di Vnukovo. Alle 8 vengono revocate le restrizioni sui voli nell’area dell’aeroporto di Vnukovo. Non si registrano vittime o feriti e sul posto sono presenti i soccorsi”. Così il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, su Telegram. Due droni sono stati abbattuti a Novaya Moskva, un distretto amministrativo di Mosca, e un altro nella regione di Kaluga, a sud-ovest della capitale russa: lo rendono noto i servizi di emergenza alla Tass. Non sono state segnalate vittime. Secondo il media Baza, alle 4 del mattino un drone ha colpito un edificio amministrativo della base aerea russa di Kubinka. Gli atterraggi e i decolli all’aeroporto Vnukovo di Mosca sono stati limitati questa mattina “per motivi tecnici”, afferma su Telegram l’agenzia federale russa per il trasporto aereo, citata dal Guardian. Non è ancora chiaro se la decisione è dovuta all’arrivo di droni.
L’artiglieria russa ha distrutto il centro di controllo ucraino dei droni UAF in direzione di Donetsk Lo riferisce a RIA Novosti un combattente della divisione con il segnale di chiamata “Argun”. Due droni sono stati intercettati sui cieli della regione di Mosca e uno nella vicina regione di Kaluga, fa sapere l’agenzia statale russa Tass, che cita come fonte i servizi di emergenza.
Come è sua abitudine, l’Ucraina non conferma né smentisce di avere una responsabilità nei nuovi attacchi con droni avvenuti oggi nei pressi di Mosca, ma cose del genere “possono succedere”, ha detto il portavoce dell’intelligence militare, Andrei Yusov. “Naturalmente, come è nostra abitudine non commentiamo questo, ma cose del genere succedono, qualcosa può colpire Mosca, può succedere”, ha affermato Yusov durante una maratona televisiva, ripresa dall’agenzia russa Tass.
Nella regione di Zaporizhzhia le forze armate russe “sono passate alla difesa attiva, ovvero contrattaccano anche con rischi minimi per il personale”. Lo ha spiegato a Ria Novosti Vladimir Rogov, uno dei leader filorussi di Zaporizhzhia. Per quanto riguarda i militari ucraini invece “inviano ondate di nuove forze al massacro”, ha aggiunto Rogov.
Il presidente russo, Vladimir Putin, apparirà oggi al primo summit multilaterale, dopo l’ammutinamento, poi rientrato, dei mercenari della Wagner. Putin, e il presidente cinese, Xi Jinping, saranno tra i protagonisti del vertice in formato virtuale della Shanghai Cooperation Organization (Sco) la sigla per la cooperazione nell’economia e nella sicurezza in Asia, che vede Cina e Russia tra i Paesi fondatori, e l’altro gigante asiatico, l’India – che fa parte del gruppo dal 2017 – Paese ospitante l’edizione del vertice di quest’anno. La presenza di Putin al summit in video-conferenza – decisione comunicata a maggio scorso da Delhi – è stata confermata ieri dal Cremlino, mentre la settimana scorsa il ministero degli Esteri cinese aveva confermato la partecipazione di Xi. I riflettori saranno puntati soprattutto sul leader russo, definito “debole” nelle scorse ore dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un’intervista alla Cnn
. Putin dovrà rassicurare i partner della sigla – nessuno dei quali ha condannato la Russia per l’aggressione all’Ucraina – della sua presa sul potere a Mosca. Il summit è una delle poche occasioni, per il leader del Cremlino, di proiettare un’immagine di forza a una platea composta in gran parte da Paesi dell’Asia centrale, dove l’influenza russa rimane forte, per quanto percepita in declino rispetto al ruolo crescente della Cina, che a maggio scorso ha ospitato a Xi’an, antica capitale imperiale, il primo summit con i cinque Paesi dell’area. Oltre a Cina, Russia e India, al vertice di Delhi parteciperanno anche Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Pakistan (anch’esso membro dal 2017) e l’Iran, di cui l’anno scorso e’ stato approvato l’ingresso nel gruppo, mentre in attesa di entrare a pieno titolo c’è la Bielorussia.
Spesso vista come una sorta di anti-Nato, la Sco, formatasi con questo nome nel 2001, vede un ruolo di primo piano di Cina e Russia, che puntano a fare della sigla una piattaforma alternativa all’Occidente. Nonostante l’India non abbia spiegato il motivo di tenere il summit in modalità on line, la scelta del vertice virtuale evita al primo ministro indiano, Narendra Modi, l’imbarazzo di ospitare i leader di Cina e Russia, a meno di due settimane da quando è stato ricevuto con tutti gli onori alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. L’India vuole mantenere legami solidi sia con l’Oriente che con l’Occidente, una necessità soprattutto quest’anno, in cui, oltre al summit di oggi, ospiterà anche il vertice del G20 a settembre.