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Pandemia: presto ne arriverà un’altra. L’allarme degli scienziati e dell’Oms

ROMA – Virologi, infettivologi, epidemiologi, analisti e istituzioni sanitarie internazionali non hanno dubbi: non passeranno molti anni prima che il mondo si trovi ad affrontare una nuova pandemia. E c’è chi ha provato a fare stime precise. Secondo Airfinity, società londinese di analisi e informazione scientifica che lavora con governi, investitori, case farmaceutiche e organi di informazione, e che sviluppa studi predittivi, la probabilità che una pandemia mortale almeno quanto il Covid-19 possa verificarsi nei prossimi dieci anni è del 27,5%. La stima è stata ripresa nella lettera che 15 scienziati ed esperti di sanità pubblica a livello mondiale – tra i quali l’italiano Silvio Garattini, presidente dell’“Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs” – hanno indirizzato ai partecipanti al vertice del G7 appena conclusosi a Hiroshima, in Giappone.

Gli scienziati di The People’s Vaccine affermano che «il mondo non è adeguatamente preparato ad affrontare la prossima pandemia o la prossima emergenza sanitaria globale». Il Covid, sostengono, ha messo in luce «molte vulnerabilità riguardanti la prevenzione, la preparazione e la risposta alle minacce sanitarie». La problematica più grave è stata «l’iniquità globale nell’accesso a prodotti ed alle tecnologie mediche salvavita ed al rispettivo know-how». È vero: per far fronte al virus «sono stati compiuti incredibili progressi scientifici, supportati da finanziamenti pubblici senza precedenti». Ma «i benefici sono rimasti appannaggio dei Paesi più ricchi e sono stati inoltre utilizzati delle aziende farmaceutiche per massimizzare i loro profitti». Proprio per questo i firmatari della lettera al G7 chiedono «di rimuovere ogni barriera allo sviluppo ed alla produzione di medicinali e vaccini», perché «il mantenimento di rigide norme sulla proprietà intellettuale ha assicurato lo sviluppo di monopoli alle aziende farmaceutiche, ed ha impedito la produzione su larga scala a livello mondiale di vaccini e medicinali generici a prezzi accessibili nei Paesi in via di sviluppo». Le case farmaceutiche però ribattono che è anche grazie alla proprietà intellettuale che si è arrivati al traguardo di arginare il nuovo virus e che, «senza la spinta agli investimenti garantita dai brevetti, non si potrebbe beneficiare di armi come i vaccini, fondamentali per superare la crisi pandemica e ritornare a una vita normale».

Grazie anche, aggiungiamo noi, alla campagna vaccinale e agli acquisti sfrenati attuati dagli usa di Biden e dalla Commissione Ue di von der Leyen. E ovviamente scende in campo anche l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità). Per evitare un’altra devastazione come la pandemia da Covid-19 gli Stati devono urgentemente «trovare un accordo» sulle future emergenze e sul Regolamento sanitario internazionale. Perché «quando la prossima pandemia busserà, e lo farà, dobbiamo essere pronti a rispondere in modo deciso, collettivo ed equo». È l’esortazione del direttore generale dell’Oms , Tedros Ghebreyesus, pronunciata nel corso dell’Assemblea mondiale della sanità in corso a Ginevra fino al 30 maggio. Il numero uno dell’Organizzazione chiede ai 194 Paesi membri un aumento di contributi per raggiungere gli “Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile” che investiranno anche la salute delle donne, dei bambini e degli adolescenti, l’assistenza sanitaria di base, la salute dei rifugiati e dei migranti, le malattie non trasmissibili e la salute mentale.

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