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Ucraina: controffensiva in stallo. Zelensky chiede gli F-16 agli alleati, che nicchiano

KIEV – La tanto sbandierata e da tempo preannunciata (da Zelensky) controffensiva ucraina stenta a decollare. Una situazione che sembra molto vicina allo stallo e che preoccupa anche la Difesa statunitense, che da tempo lancia segnali attraverso “anonime” dichiarazioni sui media.
Il problema è che gli ucraini discendono proprio dallo stile sovietico e sono più esperti nelle operazioni di difesa che non d’attacco. Non a caso, l’offensiva russa si è schiantata contro la resistenza ucraina, che però fa molta più fatica a controbattere. Per questo si erano affidati agli americani ma, vuoi per cultura o vuoi per i tempi serrati, non sono evidentemente riusciti ad assimilare tutte le informazioni ricevute. Se pertanto l’obiettivo era trasformarli quanto più similmente possibile a un esercito Nato, si può dire che sia fallito.
La Cnn ha recentemente posto l’accento sulle difficoltà dell’avanzata ucraina. Il contrattacco di Kiev, secondo l’emittente Usa, risente soprattutto di una resistenza russa che a molti appare spesso difficile da comprendere o che – secondo altri – è stata sottovalutata dagli strateghi del Paese invaso. Ad avere assunto un peso rilevante nel frenare l’avanzata ucraina è soprattutto la potenza missilistica di Mosca, che continua a bombardare non solo le città ma anche la prima linea nemica. i segnali che giungono dalla stampa Usa e non solo non nascondono i timori palesati anche da alcuni membri del governo Zelensky, e cioè che un eventuale fallimento della controffensiva e tempi troppo lunghi avrebbero potuto provocare negli alleati dei dubbi. Dubbi che per molti si potrebbero trasformare in richieste di tregua e in un congelamento di fatto del conflitto.
Anche lo stesso presidente Volodymyr Zelensky ha ammesso i ritardi sulla tabella di marcia, inevitabili di fronte alle fortificazioni russe alzate proprio mentre gli ucraini finivano il loro addestramento. Nelle prime settimane, le perdite riscontrate dall’esercito di Kiev ammontavano a circa il 20%, una somma tra vittime umane e mezzi o armi andate distrutte. Un numero altissimo, frutto dello scontro a campo aperto. Urgeva dunque un cambio di strategia, così come è avvenuto: niente più attacchi frontali, ma colpire dalla lunga distanza i bersagli.
Per continuare nella sua missione di riconquista, Zelensky continua a chiedere centinaia di veicoli corazzati, sistemi di difesa aerea e, su tutti, gli F-16. Ma per utilizzare appieno questi aerei occorrerebbe una preparazione specifica che i piloti ucraini non hanno, e che potrà realizzarsi in tempi non brevi e con qualche difficoltà. Gli F-16 rappresenterebbero sicuramente un punto di svolta nel conflitto, ma solo se verranno utilizzati come si deve. E si avvicina il Generale Inverno…

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