BRUXELLES – Le prospettive di crescita dei paesi dell’eurozona nella seconda parte dell’anno potrebbero essere al di sotto delle aspettative. Secondo gli economisti più pessimisti il 2023 potrebbe concludersi con un rialzo del Pil inferiore all’1%, 0,9% per l’Ocse, 0,8% per il Fondo monetario internazionale. Prospettive di una recessione che preoccupano. Lo rilevano due giornali specializzati in affari europei, Money.it e IlParagone.it.
Colpa di una guerra in Ucraina che continua ad alimentare incertezza, a costi energetici che dopo un periodo di calma apparente stanno ritornando a salire, di un’emergenza covid che per molti potrebbe rialzare la testa in autunno con una nuova ondata che non si sa come sarà ma forse potrebbe portare ad un nuovo aumento dei contagi anche se con minori sintomi. Ma colpa anche delle scelte della Bce di inasprire l’accesso al credito aumentando nel giro di un anno i tassi d’interesse per ben 9 volte per un totale di 425 punti base. Tassi che a quanto pare saliranno ancora per tutto il 2023 e abbasseranno domanda, consumi e investimenti. L’incertezza è tanta in vista del futuro e i dati macroeconomici in arrivo non sono confortanti. Una crescita zero della Germania incide sulla crescita economica dell’intera eurozona. Il rialzo dei tassi della Bce sta dando effetti su tutti i paesi anche se i veri risultati si vedranno nel lungo periodo. L’aumento del costo del denaro scoraggia ad investire nel futuro proprio in un periodo dove servirebbe dare una scossa all’economia.
E poi c’è il dato sui fallimenti in Europa che nel secondo trimestre dell’anno ha registrato un vero e proprio record con un aumento dell’8,4%, ai massimi storici dal 2015, anno in cui si è iniziati a registrare questo tipo di dati. Lo attestano i dati Eurostat: è record di fallimenti delle imprese nell’Unione europea. Nell’eurozona i fallimenti aziendali sono aumentati del 9%, solo in Italia del 2,9%. Il trend attuale dei fallimenti delle imprese risulta in crescita ormai da sei semestri nei 27 Paesi dell’area dell’Euro. La nota ancora più drammatica è che, stando sempre ai dati Eurostat ripresi da LaStampa, i fallimenti aumentano in tutti i settori, a partire dai servizi di alloggio e ristorazione (+23,9%), dai trasporti e magazzinaggio (+15,2%) e da istruzione, sanità e attività sociali (+10,1%). Grazie alle politiche miopi di von der Leyen e di Lagarde, che seguono pedissequamente le indicazioni di Biden e della federal Reserve. E i cittadini ne pagano pesantemente le conseguenze.