Immigrazione e Pnrr Italia: dialogo fra i paesi dell’area balcanica. Conferenza europea a Sarajevo

SARAJEVO . Anche il governo dell’immigrazione in Europa è uno degli obiettivi del grande progetto del Pnrr non solo italiano, ma anche di altri Paesi d’Europa. Lo ha praticamente confermato il nostro ministro Luciana Lamorgese sottolineando, nel messaggio invito alla Conferenza di Sarajevo, l’importanza della collaborazione fra Stati confinanti anche in tema d’immigrazione. «Riunioni come quella odierna sono essenziali per sviluppare un dialogo regionale che coinvolga l’Unione europea ed i Paesi limitrofi dell’area balcanica interessati da flussi migratori sempre più complessi da gestire» ha dichiarato il ministro Luciana Lamorgese in apertura del messaggio inviato alla conferenza sul dialogo migratorio organizzata a Sarajevo dal ministro della Sicurezza della Bosnia Erzegovina Selmo Cikotić. Nel corso del suo intervento – dopo aver illustrato con dati recenti l’attuale scenario europeo e italiano, particolarmente interessato dai flussi migratori – la titolare del Viminale ha fermamente ribadito «le tre direttrici fondamentali lungo le quali deve essere sviluppata la collaborazione regionale:

  1. la cooperazione di polizia per reprimere l’azione dei trafficanti di migranti e la loro capacità di adattarsi ai diversi scenari;
  2. il sostegno ai Paesi limitrofi all’Unione europea per rafforzare la loro capacità di accoglienza anche a fronte di situazioni di pressione e di improvvisi afflussi massicci di immigrati;
  3. il supporto ai Paesi limitrofi per facilitare i rimpatri degli immigrati che non hanno titolo alla protezione internazionale».

Ha, quindi, aggiunto che «è il momento di sviluppare una strategia europea solidale e organica che sappia analizzare le dinamiche migratorie con una visione politica concreta e pragmatica» e che in tale direzione «occorre coinvolgere tutti gli Stati membri nella gestione dei flussi per garantire un riparto più equo degli oneri di accoglienza dei più vulnerabili, ma anche delle attività di rimpatrio degli immigrati illegali».

Obiettivo dell’iniziativa è stato quello di realizzare un momento di confronto con i principali partner europei sui temi migratori.

VENTIMIGLIA – Intanto il ministero dell’interno cerca di sviluppare ulteriori rapporti di collaborazione con le Autorità francesi. Costruire un centro di transito in zona Mortola, nei pressi del valico di frontiera di Ponte San Luigi, per garantire accoglienza ai migranti che raggiungono la città a confine con la Francia per poi spingersi verso il nord Europa. È  l’obiettivo del progetto condiviso nel corso di un incontro che si è svolto nel comune di Ventimiglia, alla presenza del prefetto Michele Di Bari, capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno, del prefetto di Imperia Armando Nanei e di tutti i vertici delle Forze dell’ordine. 

«Oggi abbiamo effettuato un sopralluogo congiuntamente a tutta la rete istituzionale – ha dichiarato il prefetto Di Bari – ben consapevoli che il fenomeno dei flussi migratori è molto sentito a Ventimiglia. La nostra è una risposta. C’è una idea progettuale in corso, che a breve sarà portata all’attenzione del ministero dell’Interno e del prefetto di Imperia, perché possa avere una sua logica e rapida conseguenza anche per l’esecuzione dei lavori, qualora ottenga tutti i pareri previsti».

«C’è la necessità di mettere a sistema questa area – ha poi aggiunto – e di individuare tutti i servizi essenziali. Anche un centro di transito, infatti, necessita di servizi come l’illuminazione, l’impianto fognario e la messa in sicurezza dell’area». Il capo dipartimento ha chiarito, inoltre, che la formula giuridica individuata è quella del centro di transito, per permettere alle Forze di polizia di individuare le persone e di verificare la loro posizione giuridica. «Entro trenta giorni riteniamo che il progetto possa essere approvato – ha concluso il prefetto – e si auspica che i tempi siano quelli strettamente necessari alla realizzazione di un centro».

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