Migranti: Il Regno Unito in crisi per l’ingresso di 45.000 clandestini nel 2022. In Italia ne sono arrivati oltre 104.000 ma le sinistre invocano porti aperti

Più di 45.000 migranti hanno attraversato la Manica per raggiungere il Regno Unito dall’Europa continentale nel 2022, superando di oltre 17mila il record dell’anno precedente. Sono i dati pubblicati stamani dal governo in quella che è diventato un enorme problema politico per l’esecutivo conservatore britannico che ha promesso di ridurre l’immigrazione illegale e di sgominare le bande di trafficanti che effettuano le traversate.

In totale, l’anno scorso 45.756 persone hanno effettuato la pericolosa traversata con piccole imbarcazioni di una delle rotte di navigazione più trafficate al mondo, rispetto alle 28.526 del 2021. Quattro persone sono morte il mese scorso quando una piccola imbarcazione carica di migranti si è rovesciata a causa delle temperature gelide nel canale della Manica. Un peschereccio della zona ha recuperato 43 persone dalle acque gelide. La tragedia è avvenuta poco più di un anno dopo che almeno 27 persone sono annegate a causa del rovesciamento del loro gommone, un disastro che ha scatenato un esame di coscienza su entrambe le sponde della Manica. Il 2022 ha visto anche il più alto numero di migranti che hanno compiuto la traversata in un solo giorno, con 1.295 persone che hanno intrapreso il viaggio il 22 agosto.

In Italia, secondo i dati ufficiali del Viminale, gli sbarchi di clandestini favoriti anche dall’azione delle Ong sono saliti a più di 104.000 nel 2022, ma le sinistre e i vescovi chiedono di ritirare i provvedimenti governativi volti a limitare gli accessi, facilitando così, forse involontariamente, gli affari dei trafficanti di uomini. Ma Pd e Caritas, che si schierano sempre a fianco di migranti e Ong, sono spinti anche da interessi non soltanto umanitari, visto che non intendono porre fine agli affari di associazioni e cooperative che monopolizzano il business dell’accoglienza.

E chi ci rimette sono i cittadini italiani, sia dal punto di vista economico, viste le spese ingenti sostenute dalla macchina pubblica, che dal punto di vista di una minore sicurezza sanitaria e di ordine pubblico.

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