MOSCA – Dopo l’avanzata e la repentina ritirata dei mercenari del gruppo Wagner, comandati da Yevgeny Prigozhin, è stata decisiva la mediazione del presidente bielorusso Lukashenko e sarà proprio la Bielorussia ad ospitare l’esilio di Prigozhin, che – secondo l’accordo citato dal portavoce del Cremlino – non verrà processato in Russia. Prigozhin era stato accusato di “tradimento” e, a quanto riferiscono le autorità locali, avrebbe deciso di lasciare la Russia volontariamente per andare in Bielororussia.
Il tentato golpe da parte del del leader della Wagner e dei suoi mercenari è fallito, ma il Cremlino si trova ora ad affrontare una situazione “profondamente instabile”. Durante la perquisizione dell’Hotel Trezzini di San Pietroburgo, ritenuto l’ufficio del capo del Gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin, sarebbero stati trovati contanti per il valore di 4 miliardi di rubli, circa 44 milioni di euro, che sarebbero stati destinati al pagamento dei mercenari.
Zelensky esulta e ne approfitta per chiedere nuove armi, visto che i progressi delle controffensiva ucraina sono stati molto lenti nelle ultime due settimane: finora sono stati liberati appena otto villaggi. Gli Usa hanno espresso la loro delusione per i risultati mediocri della controffensiva. E per questo, Zelensky chiede ancora armi: “L’esercito ucraino sta proteggendo l’Europa dai russi, ma per questo ha bisogno di più armi”. “Kiev ha bisogno di aerei F-16 e sistemi missilistici tattici (ATACMS)”, ha sottolineato Zelensky. “La sicurezza del fianco orientale dell’Europa dipende solo dalla difesa ucraina”, ha ribadito il furbo presidente-attore-, a scanso di equivoci.
Fra gli alleati occidentali e la nato seguono con prudenza la situazione, non dimenticando che la Russia è pur sempre la prima potenza nucleare al mondo. in caso di sostituzione di Putin con un altro soggetto forte, nessuno può essere sicuro che la situazione muti in senso favorevole, riflettono i politici Usa ed europei. Nel frattempo la Cina si è schierata a fianco di Putin.